4 dicembre 2009

La Leggenda di Toki

Dopo una serie di circuiti assassini in palestra seguendo il tema  "Kettlebells, l'altra faccia dell'amore",

via libera al filmino relax del giovedì sera testando le nuove casse USB €9.95 prezzo civetta. Rapido controllo su cosa offre l'hard disk il videonoleggio, "ma si vediamoci questo lungometraggio della saga di Kenshiro, qualcosa di breve e non impegnato..."




Bastano pochi fotogrammi per capire che quando si parla di Toki, la cosa non può essere breve, ma sopratutto non può essere leggera.

Il film si apre con Toki e Roul che si fronteggiano nel loro ultimo duello, Toki, il fratello minore devastato dalla malattia non si può esimere dal rispettare la promessa fatta al fratello maggiore molti anni prima quando, ancora bambini, giurò a Roul che lo avrebbe fermato se la sua bramosia di potere fosse divenuta incontrollabile.

Da qui in poi un lungo flashback sulla vita di Toki,  certamente troppo rapido per riassumere bene tutti gli episodi della sua vita, accompagnati dal racconto di Ken e dalle sue (e dalle mie) lacrime.

Contrariamente alla Leggenda di Roul dove le animazioni a volte sembravano disegnate da Gino Pilotino, 



qui i disegnatori si sono impegnati parecchio, e la storia anche se breve è fedele a quella originale.
Un po' deludente il sacrificio per chiudere la porta del rifugio antiatomico in cui di fatto si condanna a morte e lascia il destino del mondo in mano a Ken, descritto nel film come una sua scelta, anche un po' insensata (va bene che il rifugio è stretto, ma di spazio c'è n'era a sufficienza anche per lui).
Accanto a Toki in questa saga di Leggende, come per gli altri successori di Hokuto, compare una donna che lo ama e accompagna fino alla morte.
E poi titoli di coda (in giapponese), applausi e singhiozzi per la storia della Divina Scuola di Hokuto che anche se raccontata un milione di volte, riesce sempre a trasformarti in un ragazzino di 8 anni a bocca aperta davanti a un televisore col tubo catodico sintonizzato su OdeonTV.

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