22 dicembre 2009

Il tempo che vorrei di F.Volo

Questa settimana di solitudine sperduto in un Golf Club chiuso (tipo Overlook hotel ma un po’ meno neve), ha fatto si che, contrariamente alla brutta abitudine che ho a Firenze, abbia letto un libro per intero. Si perchè dovete sapere che a Firenze sono a metà di “Uomini che odiano le donne”, ma è 300 pagine che non succede nulla e il pensiero di leggere ancora pagine in cui nessuno fa niente di sensato mi angoscia.
Ora non è che sono del tutto ritardato, i miei libri li ho letti, ma tornato stanco dall’allenamento preferisco una partita a NBA Live 2010 in modalità “Be a pro” alla PSP.

Come quelli più intelligenti e svegli avranno già capito, il libro in questione era “Il tempo che vorrei” di Fabio Volo comprato all’esselunga a 14.99 prezzo civetta.

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Avevo già letto “Un posto nel mondo” e “Esco a fare 2 passi” e essendomi piaciuti ho deciso di controllare se il buon Fabio aveva smesso di scrivere di un trentenne con le idee un po’ confuse, con un amore che non va come dovrebbe e tante domande su chi è davvero, per darsi a un soggetto un po’ meno stereotipato, tipo uno che aspetta un aereo che non arriverà mai all'aeroporto di Amsterdam.

La risposta è no, anche a questo giro la storia gira intorno a TIZIO, scafato 36enne abbandonato dalla ragazza e con un infelice rapporto con il padre, che racconta il vivido ricordo della donna parallelamente a ampi flashback sul suo passato in famiglia, dalla tenera età, fino al momento in cui se ne andò di casa per seguire un futuro diverso da quello previsto per lui da suo padre.

La storia è piacevole, divertente e il modo di scrivere di Fabio è ormai quello collaudato dei libri precedenti: sincero, leggero e moderno. Tra le pagine è facile rispecchiarsi in almeno una delle situazioni che bene o male sono quelle della vita di ognuno di noi, e su questo il buon Fabio ci sa giocare parecchio.

Poco importa se lo scrittore è un non “scrittore” e la recensione di Edmondo Berselli (who are you?) lo stronca.

Tra l’altro caro Edmondo, se nelle recensioni eviti di scrivere il finale del libro e non riporti citazioni mescolate a caso mentendo anche sulla trama,  forse viene fuori un lavoro perlomeno sufficiente. Alla fine se hanno pubblicato la tua recensione non ti stupire se Fabio Volo vende più di Dan Brown.

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