26 maggio 2010

Libri in inglese


Avete mai provato a leggere in libro in inglese? ok siete dei giusti e sapete piu lingue di C3-P0.. Ma Se come me pensavate di conoscere bene la lingua e vi siete detti “ok è il momento di testare gli anni di studi e di lavoro sul campo” allora sapete di cosa parlo.

E non dico una di quelle pesate in inglese antico che comprensibilmente sembrano aramaico (grazie ancora Mel Gibson per la passione di cristo coi sottotitoli). Io intendo un libro normale, leggero, tranquillo. Bene, ci ho provato e vi devo dire che l'esperienza è singolare.

Il bello dei libri, si sa, è che ti catapultano in un mondo fantastico, spettatore di eventi ai quali ti sembra di partecipare da comparsa. Essere nella stanza con un criminologo che ispeziona la scena di un duplice omicidio, assaporare la vendetta insieme al conte di Montecristo, dare una pedata a Stieg Larsson quando descrive una sedia inutile truciolo per truciolo o quando cita assurdi nomi di strade svedesi che sembrano mobili Ikea, sono emozioni uniche nel loro genere che fanno di un libro un esperienza irrinunciabile (fino all'arrivo delle console, si intende).

Nel libro in inglese l'esperienza è la stessa, ma vi rendete conto dopo un po di cosa avete visto e vissuto partecipando agli eventi come dei ritardati. Per esempio ho capito dopo 2 capitoli che Tizio Incognito era morto e la sua festa di 2 capitoli prima era la sua veglia funebre.. così per tutta la durata del party ho avuto il sorriso da idiota del lieto evento e mi immagino di essere stato li con il sorriso di un tardivo che non capisce che nel mezzo alla sala c'é la coffin. A volte quel che manca è una parola, magari simile a una che si conosce e che per assonanza vorrà dire quello.. E invece no! Maledetta!

Comunque questa riflessione assurda nasce dal fatto che sono sul Gatwick Express, bloccato da un incidente sui binari e sto rivivendo lo Stansted Express Day ma con più gente nel vagone, faccio finta di non capire l’italiano e tra un po’ salterò addosso al Ciccio Benzina che occupa il mio spazio vitale.

23 maggio 2010

Playmakers

“Dici a te stesso che è per tuo fratello, per fottere tuo padre, perchè è domenica e questa è la tua vita, è quello che sei, ma la verità è che hai paura di andare via. Odi questo sport ma non hai la forza di lasciare così diventi una furia, ed è questo che ti rende forte, che ti distingue dagli altri, che ti fa diventare un killer.”

Personale interpretazione del football vista dagli occhi di uno dei protagonisti di PLAYMAKERS, serie tv americana prodotta da ESPN diversi anni fa e andata in onda in Italia su qualche canale di SKY (Forse FX ma non ho l’antenna a casa quindi figurati se conosco i canali di SKY).

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La storia ruota intorno a giocatori e  dei Cougars e racconta del mondo della NFL visto dall’interno. Come avviene anche in altre squadre di sport diversi (tipo il Firenze Rugby 1931) non c’è un giocatore sano di mente (Pasticcino a parte quel vizietto poteva ritenersi sano) e ognuno ha da combattere contro i suoi demoni in un mondo (quello del football) che ricerca l’esasperazione dello spettacolo, delle prestazioni e che logora chiunque ne faccia parte (soprattutto chi decide di andare a Parigi a vedere la finale dell’Heineken Cup).

C’è il Linebacker (citato all’inizio) che non si dà pace per aver paralizzato un avversario, c’è il giovane fenomeno che non sa dire di no a droga alcol e divertimento sfrenato, c’è il veterano che cerca di restare a galla nonostante l’età e i troppi infortuni e l’allenatore che combatte contro una malattia incurabile e che deve scendere a patti con un proprietario troppo ambizioso.

La serie TV è in inglese su Youtube, oppure chiedete a me gli episodi in italiano portandomi il vostro pratico pendrive di almeno 4Gb (vediamo di non dovermi dire “oh scusa per quei video non so se li hai guardati cmq non sono miei ce li ha messi un mio amico e mi sono scordato di cancellarli”).

La scena della citazione iniziale è QUI.

17 maggio 2010

Lourdes Arrivooooooo!!

Scrivendo Lourdes su Google immagini viene fuori questa splendida ragazza che risponde al nome di Lourdes Maria Ciccone e che oltre a essere la figlia di Madonna e avere bisogno di un decespugliatore a motore, può trasformarsi in lupo mannaro durante le notti di luna piena.

Comunque io volevo intendere l’altra Lourdes, quella più religiosa e mistica, meta di milioni di turisti credenti ogni anno alla ricerca di un miracolo, un favore, uno sponsor, una legge “ad personam”, una seconda e una terza linea, la lingua italiana etc etc.


Tra l’altro vi farà piacere sapere che esistono un sacco di siti di merchandising del Deportivo Lourdes che vendono magliette, statuine, ceri, rosari, icone e sciarpe direttamente dal luogo sacro e le spediscono a casa vostra risparmiandovi viaggio e code alla cassa. Ne è un esempio il seguente attrezzo elettrico venduto su LOURDESDIRECT.COM e acquistabile a soli 36euro compreso alimentatore (no, non ci sono sconti anziani-bambini-studenti quindi pagare!) garanzia 12 mesi soddisfatti o cazzi vostri.

L’idea di un pellegrinaggio alla Madonnina di Lourdes mi è venuto ieri sera mentre osservavo le mie ginocchia (e non ginocchi sennò il Fane si incazza). Dovete sapere infatti che ieri ho fatto jogging con la mia ragazza che, per fortuna, non è proprio Marion Jones (di seguito ritratta mentre riconsegna le medaglie di Sydney dopo essere stata trovata positiva un po’ a tutto quello che vale doping)


Fatto sta che ieri sera ero con il ghiaccio sul ginocchio che era gonfio e dolente. L’altro ginocchio invece è diventato dipendente dal mercuriocromo dopo una caduta in motorino a causa di un pirata della strada (non è vero è che mi vergogno a dire che non ho visto un marciapiede) e non dà segni di voler uscire dal tunnel.

Il treno per Lourdes parte domattina, e speriamo come nella famosa barzelletta di non trovare chiuso.

PS Dice Razzigher che i treni per Fatima invece non si fanno partire più…quella parla troppo e quel che dice si avvera…

12 maggio 2010

Thank you Stansted Express

He's your Dad, not a taxi driver. 

Ma probabilmente lui non ti fa scendere dal treno dopo aver pagato 20 sterline (50mila lire del previgente conio), non ti fa salire su un autobus con l'autista figlio di troia, non ti fa rimontare su altri 2 treni prima di arrivare a Stansted 15 minuti prima della partenza del tuo aereo per Pisa e non ti fa fare Fermata treno-Imbarco aereo gate 53 correndo come un pazzo con le valigie e 2 vecchine sotto braccio, gridando "SORRY SORRY LEVATEVI DAL CAZZOOOOO".
Perché poi quando sali sull'aereo sudato e senza fiato e chiedi un bicchiere d'acqua per la tua ragazza, le obese e anziane hostess della RyanAir ti diranno "Abbiamo acqua in bottiglia, ma può acquistarla solo dopo il decollo" e questo non è bello per niente, cari amici inglesi.
Alla fine le nostre ferrovie fanno cacare uguale, si intende, ma sappiamo bene che al babbo la mattina alle 6 è bene rompergli i coglioni!