24 ottobre 2009

Perdere di un punto

Quando il tuo calcio piazzato non entra, l’arbitro fischia la fine e realizzi che hai perso di un punto stando in vantaggio per tutta la partita contro i signori professionisti del Colorno rimane un po’ l’amaro in bocca. Come quando a Natale apri il pacchetto delle perfette dimensioni di un Nintendo Wii e ci trovi uno shampoo e una saponetta (è successo e non c’ un cazzo da ridere), oppure quando riportano in classe il tema che pensavi il tuo capolavoro di letteratura e la prof. ti dà 6 meno meno.

Però il rugby è anche questo e quando esausto, gonfio e dolorante guardi i tuoi compagni realizzi che alla fine di quel punto, per oggi, se ne può fare a meno. Queste battaglie che combatti spalla a spalla con i compagni per 80 minuti secondo me le ricordi tutta la vita. Abbiamo sofferto insieme in ogni rack, ogni mischia, ogni touche, cercando di coprire quel gap che separa noi che di rugby si vive, perchè è aria per i nostri polmoni, con quelli che di rugby ci vivono, perchè sono soldi per il loro conto in banca… e insieme al conto certamente più grosso del mio hanno anche 20 centimetri e 30 chili più di me… ma il cuore mi dispiace per loro, quello i soldi e la palestra non lo fanno certo crescere.

Oggi ho visto i miei amici lottare in trincea per 80 minuti, ripartire rasenti alla mischia, alzarsi e ripartire di nuovo perchè c’era uno di noi da salvare, da solo che portava palla nelle linee avversarie. Ho visto negli occhi di una squadra di Top Ten (o quasi), la paura per non capire come potessimo essere sempre li a braccarli su ogni punto d’incontro, con la foga e l’aggressività dei primi minuti nonostante ne fossero passati 80, sostenendosi l’un l’altro nonostante  i pochi cambi e i crampi alle gambe. Ho visto una banda di fratelli che come un’unica cosa attaccava e difendeva insieme, e ringrazio Dio o gli Dei o chi ti pare perchè io ero li con loro, ero in campo per 80 minuti accanto a loro, e questa soddisfazione di aver condiviso tutto questo nessuno potrà mai levarmela, né oggi, né quando tra 20 anni ci ripenserò.

I soldi, la gloria, il successo e la maglia dell’Adidas noi li lasciamo a chi quello che ho provato oggi in quell’arena non potrà mai provarlo… perchè il cuore per fortuna nostra non si allena, o ce l’hai oppure ti conviene comprare qualcuno più grosso… e quel punto tenetevelo pure.

Grazie ragazzi.

1 commento:

  1. e nessuno potrà levarmi l'insoddisfazione di essermi goduto questa battaglia solo dalla panchia

    siete stati grandi

    talpa

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